Il CREA - Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria - è il principale Ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari.
Nel suo centro di Viticoltura e Enologia, sta elaborando una strategia per contrastare il mal dell’esca, patologia che è purtroppo diffusa ampiamente in tutte le aree viticole del mondo e a partire dagli anni '80 anche in Italia.
Il mal dell’esca è dovuto all’azione spesso combinata o consecutiva di vari funghi che colonizzano la pianta preferibilmente attraverso le ferite di potatura, attaccano il legno e compromettono il passaggio dell'acqua e dei nutrienti dalle radici alla parte aerea, causando la morte più o meno rapida della vite.
Il mal dell'esca colpisce non solo le viti più vecchie, ma anche gli impianti giovani. Ci sono varietà più sensibili come ad esempio il Glera, con cui si produce il prosecco.
E' causa di notevoli perdite economiche e dato che l’incidenza delle piante infette aumenta con l’aumentare dell’età del vigneto, occorre intervenire fin da quando l'impianto è giovane.
Purtroppo al momento tutti gli approcci sono solo preventivi e in genere si basano sul biocontrollo, utilizzando il fungo benefico Trichoderma.
Allo scopo di contrastare questa patologia, il CREA ha realizzato la prima banca dati al mondo composta da funghi provenienti da piante sane e da piante malate.
Questa collezione micologica è unica nel suo genere, perché per la prima volta sono stati individuati e caratterizzati anche i virus che infettano i funghi. Ne è emerso che il fungo, dopo esser stato contagiato dal virus, è meno virulento e di conseguenza potrebbe in alcuni casi essere usato a sua volta come agente di controllo biologico.
Anche alcuni funghi provenienti dalle piante sane sono stati testati per la loro capacità di contrastare quei funghi patogeni che provocano il mal dell’esca. I ricercatori del CREA ne stanno ancora sperimentando e valutando l'efficacia in pianta. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Environmental microbiology.
Inoltre, studiando la microflora del suolo è emerso che dove sono presenti piante malate, risultano infettati anche i suoli, aumentando quindi la facilità e la rapidità di propagazione della sindrome. Con l’intento di bonificare i suoli contaminati, i ricercatori del CREA stanno recuperando la fauna microbica, attraverso una colonizzazione mirata con funghi e batteri benefici. Questo studio è stato pubblicato sulla rivista Soil biology and biochemistry.