Durante la terza edizione del simposio internazionale del ciliegio, che si è svolta a Vignola dal 22 al 23 maggio e ha radunato i maggiori esperti e ricercatori a livello mondiale, sono emerse indicazioni importanti. A seguire i punti principali.
In Italia la cerasicoltura è un comparto importante che occupa una superficie di poco superiore ai 30.000 ettari.
Sulla produzione di ciliegie incidono in particolare il riscaldamento globale e l'emergenza di nuovi parassiti.
Per fare fronte ai cambiamenti, l'innovazione varietale è fondamentale. La priorità urgente per i genetisti è individuare ed aggiungere nuovi caratteri di adattabilità agli stress biotici (parassiti e malattie) e abiotici (ambientali) oltre a quelli tradizionali come diametro dei frutti, qualità aromatica ecc.
Si mira ad ottenere un prodotto di alta qualità, quindi redditizio per tutta la filiera, anche attraverso la tecnica colturale: si possono migliorare la dimensione dei frutti o il colore della buccia con coperture fisiche degli impianti e l'applicazione di regolatori di crescita.
In italia occorre aumentare le rese per ettaro, basse se confrontate con quelle dei principali Paesi produttori a livello globale, la media italiana è di 3 - 4 t per ettaro, contro 5 - 7 t di Grecia e Spagna e 8 - 10 t di Turchia e Iran.
Buoni risultati si ottengono con l'allevamento a parete ad alta densità, ora possibile grazie anche a nuovi portainnesti più idonei.
La cerasicoltura del futuro dovrà quindi affrontare sfide significative e dovrà mettere in campo azioni volte a migliorare gli impianti, l'organizzazione della produzione, la commercializzazione e valorizzazione del marchio.